Sono da poco tornata dal Torneo Nazionale di Tennistavolo, che si sono svolti a Lignano. Inutile dirvi che emozione incredibile ho provato a parteciparvi.
Ho imparato sulla mia pelle cos’è il secondo determinante, la concentrazione, le regole, la determinazione, l’energia, il divertimento. Ci si ritrova davanti al tavolo, dove i riflessi giocano un ruolo importantissimo, dove la concentrazione deve essere assoluta, dove bisogna essere pronti e veloci, ma anche riflessivi e arguti.
Ritrovarmi nuovamente a Lignano è stato commovente ed eccitante allo stesso tempo. Per diversi hanno ha rappresentato per me il sogno in nazionale, dove avrei dovuto combattere per farmi notare e per poter vivere quella parte di quel sogno azzurro.
Ho trovati tanti amici, tanti atleti ed atlete, che ora ci rappresentano nel mondo. E dopo la sfida e il gioco sul tavolo, una volta fuori, ci si scambia consigli, si diventa amici, si passano ore a raccontare la vita, il gioco, gli schemi, le emozioni.
Questa volta guardavo con occhi diversi, più maturi, quei tavoli. Non con la paura della sconfitta, ma con la maturità e la gioia del vivere la gioia dell’esperienza. Qui e ora.
Da quattro anni il mio preparatore sportivo, Andrea Sciuga, ha lavorato molto sulla tecnica, ma soprattutto sulla parte psicologica della partita. Mi ha fatto acquisire nuovi colpi e tirato fuori la mia forza e determinazione. Ho capito che il risultato non è mai un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per migliorarsi ogni volta.
Ho dato tutto sul tavolo questa volta, ho portato le mie paure, i problemi e le incertezze. E i colpi che ho dato, li ho tirati perchè dovevo salire sul podio felice e sudata. Ed è arrivato: IL BRONZO NAZIONALE.
Ho incontrato nuove atlete ma ho anche riabbracciato la mia grande amica Carmen Natoli, che mi ha detto una frase che mi ha profondamente commossa ” Tu sei il tenni tavolo in persona, una grande tiratrice!”
Ho incontrato il mio compaesano Carlo Veri alla sua prima esperienza e spero tanto che il prossimo anno entri nella nostra famiglia Utopia. C’era anche l’amico Gianluca Galati, anche lui neo atleta paralimpico Utopia classe 8, ha conquistato il suo primo bronzo.
Alla domanda “Sogni ancora la nazionale?” Certo! Non si smette mai di sognare.
Vivendo al sud, non ho avuto molte possibilità di crescita per la nazionale, soprattutto venticinque anni fa quando ho inziato questo sport.
Ora posso dire con grande orgoglio, però, che sono l’atleta donna paralimpica del centro sud con un gran medagliere nazionale.
La distanza tra i tuoi sogni e la realtà si chiama azione.
Un abbraccio
Grazia